Lettera-O

operèta, sf. operetta, spettacolo teatrale tra il comico e il sentimentale che alterna scene parlate a scene intonate in canto e suono

operina, sf. commediola, componimento letterario di piccola mole

operù, sm. opera grande e nobile; dicesi più che altro delle opere in musica         

opiniù, öpiniù, üpiniù sm. opinione, ciò che si pensa di qualcuno o di qualcosa, pur senza la certezza di essere nel giusto; parere 

òpio, sm. oppio, lattice ricavato dai frutti del papavero usato cone sedativo o come soporifico; dà zó l’òpio dare un sonnifero

ópol fals, àser fals (v. ópe)

oponì, oponìs, fà (indà) cóntra, no cédela mia, fà tèsta, v.tr. opporre, mettere contro, contrastare; impedire, fare opposizione

opör, cong. oppure, o, ovvero

oposissiù, sf. opposizione, atto o effetto dell’opporre o dell’opporsi; mezzo con cui ci si oppone

opressiù, sf. oppressione, sensazione spiacevole di fastidio fisico o di ansietà; stato di schiavitù politica o sociale           

opüscol, sm. opuscolo, libretto di poche pagine; fascicolo  

ór, sm. oro, elemento chimico; metallo pregiato, duttile, malleabile, di color giallo lucente, inattaccabile dagli acidi, usato per oreficeria, monete e decorazioni; è la base a cui si riporta il valore di ogni moneta; oggetti d’oro; uno dei quattro segni delle carte da gioco napoletane; alì tat ór cóme l’ pisa valere tanto oro, valere molto; d’ór aureo, risplendente come oro; èss compàgn de l’ór e ‘l fèr esserci grande differenza tra due cose o persone; l’è mia töt ór chèl che sberlüs non è tutto oro quello che riluce, l’apparenza spesso inganna; l’ór no fà mia anticamera l’oro apre tutte le porte; ór fì oro a ventiquattro carati; ór mat (prinsesbèch) oro falso; ór rót, rotàm d’ ór oro vecchio

óra, sf. flatulenza, frequenza di fiati, ventosità       

oràcol, sm. oracolo, responso che i popoli antichi credevano di ricevere dalle loro divinità; decisione data da persona autorevole; tègn lé cóme ön oràcol serbare come una cosa preziosa          

orada, sf. orata, pesce comune nel Mediterraneo e nell’Adriatico, ha ottima carne           

oradèl, órlo, sm. orlo, estremità di qualche cosa, margine, bordo terminale; lembo estremo di una stoffa rivoltato e cucito in modo che non si si sfili; orlatura, l’orlo fatto; sponda del pozzo; (dim.) oradelì piccolo orlo; èss (‘ndà ) sö l’órlo essere con la morte in bocca; fà sü l’oradèl orlare, bordare; oradèl de la bóca, làer labbro

oradùr, oratùr, sm. oratore, persona esperta nell’arte del parlare in pubblico; conferenziere

oràl, agg. e sm. orale, relativo alla bocca; detto a voce; esame non scritto

orangotàngh, rangotàngh, sm. orango, grande scimmia simile all’uomo; uomo deforme, lascivo

orare, sm. orario, ordine in cui devono succedersi nel tempo determinati avvenimenti; tabella delle ore di partenza o di arrivo dei treni

orassiù, sf. orazione, preghiera che si rivolge a Dio, alla Madonna; ai Santi; discorso pubblico e solenne; i orassiù le preghiere che il cristiano suol dire la mattina e la sera

oratòre, sm. oratorio, edificio, solitamente attigua alla chiesa parrocchiale, per l’assistenza religiosa e la ricreazione della gioventù; inginocchiatoio

òrb, agg. orbo, privo spec. della vista; cieco; a l’ la ederèss ün òrb la vedrebbe un cieco, è cosa visibilissima; a l’òrba, a l’òrba (gata) fósca alla cieca, al buio; deentà (vègn) òrb divenire cieco; dìn sö de òrbe dir cose stravaganti, non verosimili; èss du òrb ch’i fà i bastunade si dice di due che contentono, né sanno ciò che dicono; iga miga assé de fà cantà ün òrb non aver neppure un quattrino; in di paìs di òrb i gh’ la fà bé i sguèrs in terra di ciechi beato è che ha un occhio; chi sa poco, tra gli ignoranti, è reputato un dotto; l’è ün òrb che l’à troàt ü fèr de caàl è un uomo inesperto che riesce a far bene ogni cosa; menà l’òrb a prèdica negoziare con scapito; n’ó ést de òrbe ne ho vedute delle nere; òrb d’ün öcc cieco d’un occhio; orbì cieco giovinetto